“Nessuno resta solo col suo Parkinson”…
è con questa frase presa a prestito da Claudia Milani di A.I.G.P. che posso spiegare quello che è successo in questo lungo periodo di lockdown che ci ha costretti a restare a casa per evitare il diffondersi del contagio.Alcune associazioni hanno organizzato delle classi virtuali centrate sul movimento o incontri a tema con domande aperte al pubblico. Ed io ogni giorno sono entrata “virtualmente” nella casa di qualcuno. Mi sono sentita meno sola, meno isolata ed ero contenta di collegarmi per poter rivedere, anche solo attraverso un piatto e freddo schermo, i miei amici che non potevo incontrare.Ho conosciuto tantissime persone ed ho potuto sperimentare discipline sportive che non avrei mai pensato di fare realmente.Mi sono mancati ovviamente tutti gli abbracci, le strette di mano, le carezze ed i baci. I “contatti umani” quelli non si possono simulare, ma l’energia e l’affetto che sentivo attraverso gli sguardi, i sorrisi e le parole, quelli mi sono arrivati dritti al cuore.
Qualche giorno fa ci è venuta un’idea: non è ancora possibile fare assembramenti, ma non è vietato riunirsi in piccoli gruppi con le dovute distanze e precauzioni, così è nato il gemellaggio tra l’Associazione Parkinson Parthenope e l’Associazione ParkinZone onlus.
